La riforma della previdenza complementare e i due fondi Inps
Il 1° gennaio 2007 entrerà in vigore, con un anno d'anticipo rispetto alle previsioni, la riforma della previdenza complementare (Dlgs 252/05). Da questa data scatteranno infatti i sei mesi di tempo durante i quali ciascun lavoratore dovrà decidere la destinazione del proprio Tfr: se lasciarlo in azienda oppure indirizzarlo ai fondi di previdenza complementare. Se entro il 30 giugno 2007 il lavoratore non avrà compiuto alcuna scelta, si applicherà il meccanismo del "silenzio assenso", per cui il Tfr verrà automaticamente destinato ad un fondo di previdenza complementare.
Non si può parlare di Tfr senza specificare a quale Tfr fa riferimento il Dlgs 252/05. Il Tfr maturato alla data del 31 dicembre 2006 resta in azienda e non viene interessato dalla riforma. La parte di Tfr che finanzierà il decollo della previdenza complementare sarà invece quella che maturerà dal 1° gennaio 2007 in poi.
Nel caso in cui il lavoratore scegliesse di non destinare il Tfr maturando ai fondi pensione, l'accordo tra Governo e parti sociali del 19 ottobre scorso (che ha anticipato l'entrata in vigore del Dlgs 252/05) ha previsto l'applicazione di due regimi distinti, a seconda delle dimensioni dell'azienda: quelle che hanno almeno 50 dipendenti avranno un certo trattamento, quelle con meno di 50 addetti ne avranno un altro.
A questo proposito, è importante accennare alla prevista creazione di due fondi operanti presso l'Inps. Perchè due e non uno solo? Il fatto è che i due fondi avranno due diverse finalità, una previdenziale e l'altra no. Il fondo Inps con finalità previdenziale riceverà il Tfr maturando dei lavoratori che non avranno operato alcuna scelta e la cui azienda non avrà previsto fondi previdenziali di settore; il fondo Inps senza finalità previdenziale raccoglierà il Tfr maturando dei lavoratori appartenenti ad aziende di grandi dimensioni (almeno 50 dipendenti), i quali avranno espresso la volontà di lasciare il proprio Tfr in azienda.
Non si può parlare di Tfr senza specificare a quale Tfr fa riferimento il Dlgs 252/05. Il Tfr maturato alla data del 31 dicembre 2006 resta in azienda e non viene interessato dalla riforma. La parte di Tfr che finanzierà il decollo della previdenza complementare sarà invece quella che maturerà dal 1° gennaio 2007 in poi.
Nel caso in cui il lavoratore scegliesse di non destinare il Tfr maturando ai fondi pensione, l'accordo tra Governo e parti sociali del 19 ottobre scorso (che ha anticipato l'entrata in vigore del Dlgs 252/05) ha previsto l'applicazione di due regimi distinti, a seconda delle dimensioni dell'azienda: quelle che hanno almeno 50 dipendenti avranno un certo trattamento, quelle con meno di 50 addetti ne avranno un altro.
A questo proposito, è importante accennare alla prevista creazione di due fondi operanti presso l'Inps. Perchè due e non uno solo? Il fatto è che i due fondi avranno due diverse finalità, una previdenziale e l'altra no. Il fondo Inps con finalità previdenziale riceverà il Tfr maturando dei lavoratori che non avranno operato alcuna scelta e la cui azienda non avrà previsto fondi previdenziali di settore; il fondo Inps senza finalità previdenziale raccoglierà il Tfr maturando dei lavoratori appartenenti ad aziende di grandi dimensioni (almeno 50 dipendenti), i quali avranno espresso la volontà di lasciare il proprio Tfr in azienda.
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