mercoledì 6 dicembre 2006

Va retribuito il tempo che occorre per indossare la divisa aziendale?

Il cosiddetto "tempo tuta" (o "tempo divisa"), vale a dire il periodo di tempo che occorre al lavoratore per indossare la divisa aziendale, va considerato attività preparatoria al lavoro oppure attività rientrante nello svolgimento della prestazione di lavoro? In altre parole, l'attività di vestizione (e, alla fine del turno di lavoro, di svestizione) che avviene al di fuori dall'orario di lavoro va retribuita con un compenso aggiuntivo oppure no?

A questo riguardo la Sezione Lavoro della Corte di cassazione ha stabilito, nella sentenza n. 21341 dello scorso 4 ottobre, che il tempo necessario ad indossare la divisa aziendale deve essere retribuito solo se tale operazione viene diretta dal datore di lavoro.

Nel caso di specie, un operaio ha fatto ricorso alla Cassazione dopo che la Corte d'Appello gli aveva negato il riconoscimento del lavoro straordinario prestato quotidianamente sul luogo di lavoro per le operazioni di vestizione e svestizione della divisa (grembiule, scarpe antinfortunistiche e copricapo). Confermando il giudizio di merito di secondo grado e attenendosi al principio di diritto enunciato in un caso analogo (Cassazione, sentenza n. 15734 del 21 ottobre 2003), i giudici della Suprema Corte hanno valutato che il "tempo tuta" può essere retribuito solo nel caso in cui l'operazione avvenga sotto la direzione del datore di lavoro, intendendo per essa l'assoggettamento del prestatore di lavoro al potere organizzativo e direttivo dell'imprenditore. Dal momento che all'operaio era consentito scegliere se indossare gli indumenti di lavoro a casa oppure sul posto di lavoro, l'operazione di vestizione è stata considerata attività preparatoria all'obbligazione principale (cioè la prestazione di lavoro), e come tale non soggetta a compensi aggiuntivi.

Nessun commento: