Il fondo di Tesoreria e i datori di lavoro interessati
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Il decreto di attuazione datato 30 gennaio 2007 ha stabilito le modalità operative di questo fondo, con il quale lo Stato finanzierà una serie di interventi pubblici e che riguarda esclusivamente i datori di lavoro di aziende nelle quali sono occupati 50 o più dipendenti.
Al fondo devono essere versate mensilmente le quote di Tfr maturate e non destinate dai dipendenti alla previdenza complementare, al netto del contributo dello 0,50% posto a carico dei lavoratori dall'art. 3, ultimo comma, della legge 297/82.
Il limite dimensionale delle aziende è calcolato prendendo come riferimento la media annuale dei lavoratori dipendenti in forza nel 2006, a prescindere dalla forma contrattuale e dall'orario di lavoro. Risultano infatti computabili nell'organico i lavoratori assunti a tempo indeterminato o a tempo determinato, gli apprendisti, i lavoratori inquadrati in una delle tipologie della legge Biagi e i lavoratori a tempo parziale (calcolati in proporzione all'orario svolto); risultano invece esclusi dal computo i lavoratori somministrati, i co.co.pro., gli associati in partecipazione, il lavoratore dell'impresa familiare, i tirocinanti e gli stagisti.
Nel caso di gruppo di imprese, la determinazione dell'organico aziendale va effettuata con riferimento a ciascuna delle imprese che lo compongono.
Per le aziende che iniziano l'attività dopo il 31 dicembre 2006, ai fini del limite dimensionale vale la media dell'anno in cui l'attività è iniziata. Ciò significa che se alla fine del primo anno di attività la forza occupazionale media di un'azienda risulta pari o superiore a 50 dipendenti, l'azienda è tenuta a versare al fondo di Tesoreria il Tfr dei lavoratori che hanno scelto di lasciarlo in azienda, a partire dalla data di inizio dell'attività.
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