Fondo Est, adesso è scontro aperto
A tutt'oggi sul sito Internet del Fondo Est, nella sezione dedicata alle domande e risposte, si trova il seguente quesito e la corrispondente risposta:
D. Che cosa può fare un dipendente che vuole iscriversi al Fondo, ma la sua azienda o il consulente che assiste l'azienda gli comunicano che non esiste l'obbligo in quanto l'azienda non è iscritta a nessuna associazione di categoria?
D. Che cosa può fare un dipendente che vuole iscriversi al Fondo, ma la sua azienda o il consulente che assiste l'azienda gli comunicano che non esiste l'obbligo in quanto l'azienda non è iscritta a nessuna associazione di categoria?
R. La posizione dell'azienda e del consulente non è corretta poiché, aldilà delle considerazioni giuridiche che il Fondo contesterà ufficialmente nei prossimi giorni, i dipendenti hanno pienamente diritto all'applicazione integrale del CCNL ed in particolare all'assistenza sanitaria integrativa che può influire in maniera decisiva sulla qualità della vita del lavoratore e della sua famiglia. Invitiamo a sollecitare il titolare dell'azienda a non tener conto delle prese di posizione del consulente e se necessario ci si può rivolgere al sindacato per una maggiore tutela. Ci si augura che le aziende abbiano nei confronti dei loro dipendenti una maggiore sensibilità di quella espressa da alcuni professionisti.
Purtroppo per il Fondo Est, in Italia esiste ancora un ordinamento giuridico che si basa, tra le altre cose, sulla gerarchia delle fonti. Così come una norma della Costituzione ha più valore di un articolo di legge o di un'ordinanza del sindaco di una città, così anche una risposta ad interpello da parte del ministero del Lavoro ha più forza di un parere espresso da un fondo di assistenza sanitaria come il Fondo Est.
La maggiore sensibilità delle aziende auspicata dal Fondo Est rispetto a quella di "alcuni professionisti" significa solamente assecondare i desideri di accumulo monetario del Fondo, il quale per arrivare allo scopo non evita di mostrare un'anima moralista di dubbio gusto.
Se oggi un consulente invita le proprie aziende clienti ad aspettare di versare i contributi al Fondo Est non lo fa perchè è "insensibile", ma perchè rispetta le leggi e non vuole essere vittima di un ricatto. Dopo la risposta del 21 dicembre scorso, ci saremmo aspettati dal ministero del Lavoro una nuova presa di posizione, che contrastasse oppure assecondasse il parere espresso in questi mesi dal Fondo Est. In assenza di una nuova presa di posizione, il nostro Studio rimane dell'opinione che le imprese non aderenti ad un'associazione sindacale che ha siglato il contratto collettivo siano legittimate a non versare i contributi. Ci scusiamo per l'insensibilità.
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