Quando sorge il diritto al Tfr?
Il trattamento di fine rapporto è la somma corrisposta dal datore di lavoro al lavoratore dipendente al termine del rapporto di lavoro, e si divide in due parti: una componente capitale, che approssimativamente si ottiene dividendo la retribuzione annua del dipendente utile ai fini del Tfr per 13,5, e una componente finanziaria, che si ottiene rivalutando annualmente la componente capitale esistente al 31 dicembre dell’anno precedente (vedi box a pag. I).
Fino al 2000 le due componenti erano assoggettate entrambe ad una tassazione separata; dal 1° gennaio 2001 la quota capitale è rimasta soggetta a tassazione separata e la quota finanziaria è soggetta ad un’imposta sostitutiva dell’Irpef pari all’11%. L’imposta dovuta sulla quota capitale deve essere calcolata applicando l’aliquota determinata con riferimento all’anno in cui sorge il diritto alla percezione del trattamento di fine rapporto.
Ma quando sorge il diritto del lavoratore a percepire il Tfr? Per l’agenzia delle Entrate il diritto alla percezione sorge il giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro; questo orientamento, espresso in più occasioni, è stato ribadito ultimamente nelle istruzioni per la compilazione del mod. 770/2008 semplificato (a pag. 31).
Di diverso avviso è invece la Commissione tributaria provinciale di Parma, secondo la quale il diritto alla percezione sorge al momento della cessazione del rapporto, un giorno prima rispetto alla tesi dell’agenzia delle Entrate.
Nella sentenza n. 95/05/07 del 5 dicembre scorso, la Ctp di Parma ha accolto il ricorso di un contribuente cessato il 31 dicembre 2002 (a cui era stato consegnato un trattamento di fine rapporto tassato in base alle aliquote vigenti nel 2002) che aveva chiesto l’annullamento di una cartella esattoriale contenente importi per tassazione separata del Tfr determinati sulla base delle aliquote in vigore nel 2003: «è evidente, logico e principio cardine in materia di diritto del lavoro – scrive la Commissione – che è al momento della cessazione del rapporto cui si deve fare riferimento per determinare i diritti e gli oneri del lavoratore».
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