venerdì 6 luglio 2007

Part time, il riproporzionamento dei permessi ai familiari del disabile

In tema di lavoro part time, l'art. 4, comma 1, del Dlgs 61/00 stabilisce il principio di non discriminazione secondo il quale il lavoratore a tempo parziale non deve ricevere un trattamento inferiore a quello di un lavoratore a tempo pieno comparabile (appartenente cioè allo stesso livello contrattuale) per il solo fatto di non lavorare a tempo pieno.

Forte di questo principio, una lavoratrice part time ha convenuto in giudizio il proprio datore di lavoro per ottenere il diritto ad usufruire dei 3 giorni di permesso previsti dalla legge 104/92 e concessi ai familiari di un soggetto disabile, quando invece il datore di lavoro gliene aveva concessi soltanto 2 per la sua condizione di lavoratrice a tempo parziale.

Secondo il Tribunale di Cremona il principio di non discriminazione previsto dal Dlgs 61/00 non deve essere interpretato nel senso di equiparare sotto tutti gli aspetti il rapporto di lavoro part time a quello full time; al contrario, esistono alcuni istituti previsti e istituiti per i rapporti a tempo pieno che vanno adeguati ai contratti di lavoro a tempo parziale in ragione del minor tempo lavorato e della maggiore disponibilità di tempo libero a disposizione del lavoratore part time. In questo senso, il numero di permessi fruibili per l'assistenza ai familiari disabili deve essere, a detta del giudice, riproporzionato in base al tempo impiegato al lavoro, per evitare così di privilegiare in maniera ingiustificata il lavoratore part time.

Ma pur condividendo il metodo di calcolo adottato dal datore di lavoro per il riproporzionamento, che dava come valore 2,50, il Tribunale ha giudicato arbitraria e ingiustificata la decisione di parificare il risultato ottenuto all'unità inferiore piuttosto che all'unità superiore; per questo motivo il giudice, nella sua sentenza del 7 febbraio 2007, preso atto che l'applicazione del riproporzionamento dava come risultato un numero di permessi esattamente pari a 2,50, nel dubbio ha preferito riconoscere alla lavoratrice part time 3 giorni di permesso anziché 2.

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